martedì 11 novembre 2014

Odissea cosmica






Come tutti sanno, nel sistema solare l’unico pianeta abitato ed abitabile è la Terra. Accettando la realtà del nostro presente, è proponibile l’alternativa dimensionale, dove velleità profane svolgono censure vergognose, atte a demonizzare ogni intuito teorico. Dalla legge della relatività alla teoria del Tutto detta delle stringhe. L’egemonia della matematica ricopre vesti primordiali del sapere finito, mentre teorie simmetriche e non, inducono al passaggio verso l’immaginazione, pur se controllata, di un più ampio sapere celato dai limiti del pensiero umano. Come la bellezza delle cose, della natura che riscaldano i recettori emotivi per far apprezzare la straordinaria vita terrena, così l’infinito immaginare anticipa verità nascoste e, pur deludendo per la non veridicità riscontrata, diffonde nel tempo illuminazioni scientifiche corrette. Tuttavia, già in un passato molto remoto, dalle testimonianze crittografate dei geroglifici, scopriamo che gli antichi dotti erano in possesso di teorie per loro solo riscontrabili nella fantasia, ma oggi spiegabili e di massima importanza scientifica. Dove porta tutto questo? A intraprendere la strada della non forma, dove la materia diventa reale grazie alla luce che, secondo la propria velocità, ce la identifica non proprio in tempo reale, in quanto la luce ha un tempo di percorribilità prima di infrangersi su una qualsiasi materia rendendola visibile. Qual è allora il confine che unisce l’impatto tra luce e materia, in un determinato periodo, in uno spazio inesatto dell’Universo? Eppure c’è una porta dimensionale, una sorta di stargate, dove transitano, da ambo le stazioni frontali o disarmoniche, eventi inspiegabili, visibili o meno dalla conoscenza umana; son nascosti nei giochi matematici, andando oltre la ragione di essere, nell’irreale come invisibile. Esoterico raccoglitore di effetti speciali, l’Universo giace nella propria gravitazionalità occulta, determinando manifestazioni luminose di sorgenti vitali nel nostro spazio, e permettendo l’inspiegabile comun denominatore nelle teorie dimensionali

giovedì 29 agosto 2013

L'ombra di un passato

Viaggia indietro nel tempo
mutato e taciuto dal tempo,
livore ansante disperso
tra i rami delle rocce stellari,
confuso.
Pulviscolo immortale
di dettatura ignobile
sovrasta sovrano
sul pentimento dell’uomo.
E’ giorno
nei sogni notturni dell’anima
e il buio irrora paure
puntando lo stolto sguardo
sulle urla ferite del cuore.
Il vello maestrale si schiude
al passaggio dell’ultimo suono…

e il passato ritorna assente.

Volesse l'Universo

Che siamo soli
nemmeno l’ombra giace,
ha paura… trema,
si dimena nei mille dubbi.
Soffia il vento su parole acide,
eresie ingabbiate
il pensiero dell’uomo
annullano.
Magari un natio per la pace
e il sogno ribelle plana,
magari in eterno s’invecchia
mentre il tempo aspetta.
Aspetta di annegare
il sapiente falsario
nella remota tomba,
pel mondo nuovo,
quello vero.
Magari s’evolve,
il futuro immaginario
nell’anima irrompe
e vicino il traguardo
l’uomo rinasce
pel perpetuo… continuo.


Oltre il pensiero

Si schiude incline
l’ovattato omaggio
al pensier natio.
Scorrono fluidi
costanti indugi
al trapasso inesistente;
credere ancora
quel docile sussurro
oltre l’orizzonte.
Inciampa il cuore
del passato si nutre
e fervida la via ambrata
travolge emozioni.
Rinasce l’anima,
dalle meste ombre…

riappare.

La sconfitta

Al passo interrotto
nembi urlanti
celtiche danze scatenano,
scroscii imbarazzati
intridono
eccessi dell’uomo vago.
C’è ignoranza,
quella stilata da menti eccelse,
pur di ripiego
pel vinto amor proprio.
Vittime della memoria
oscura, arsa
dal nettare dell’avidità,
popoli in agonia
sul ventre seppellito
di tanta terra amara.
E’ un successo,
l’alito stolto
del nemico allegro
e il cuore si ribella
troppo tardi
nel battito finito.
E trama ancora
l’odio possessore,
la prossima offerta,
quel travolto lembo
il nemico dell’uomo…
quest’ultimo!


L'immortale amorfo

Pagine di collera
trattengono letture
e il fianco disperato
ferite e morti
di buia ragione tuoneran.
Torto
il respiro s’aliena
la vita nel colore
si fa
e il suono diventa luce.
Son bianche
le voci angeliche,
azzurri
gli oceani dell’anima,
nera
la roccia scritta
da granelli di polvere celestiale.
Spume e champagne
di lena
sui volti siderali
stelle e fuochi
di gran genio arriveran.
E sublime l’alba
porta il saggio
di chi in passato

sognò amando.

Speranza di vita

Come fertile singhiozzo
l’ansia strugge
ignobili cataste
di tanta sciagura
sul petto della solitudine
come incudine tace
quel dolo silenzioso.
Di rado
il vento vola silente
e irradia le vette
dell’eco tonante.
Si pur le gesta
a scalfir la mente
loda le stelle
sul fiore appassito.
E greve
il margine ferito
rinasce
pel diluvio appagatore
sul sospetto distruttore.

Nuova vita.